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Il sorriso del Greco di Laura L.C. Allori



Una storia che confonde realtà con social network, l'avventura di un orfano greco trapiantato prima in Italia e poi in Germania alla ricerca delle sue radici, di una famiglia e dell'amore. Il tutto narrato da un punto di vista insolito, quello di una conoscenza virtuale su una pagina Facebook legata ad una serie animata giapponese. Così, la storia del protagonista, Sebastian e della sua fidanzata Virginia diventa narrata dai personaggi ad altri incontrati sul web dove condividono la stessa passione, ma non senza colpi di scena anche nei rapporti sul social network. In un continuo confondersi, tra realtà e social, la vicenda descrive la storia di un ragazzo che da nulla diventa vincente e trova la sua strada e la famiglia che gli era stata negata. Ci sono storie ... No. Ricominciamo. 
Le leggende narrano, che la dea Atena sia nata dalla testa di Zeus e che non sia, come gli altri, la figlia della relazione con Era o i semidei frutto delle scappatelle del dio con le umane. È così che nascono le storie più belle, è così che nascono i personaggi di un romanzo. Ti prendono a tal punto, che non riesci a capire nemmeno tu dove termini il reale per dare spazio all'invenzione. 
Uno scrittore scrive per creare nuovi mondi, perché il mondo cui appartiene non gli basta, gli sta stretto, oppure largo, o gli fa paura. Un artista, di qualunque genere, crea qualcosa per comunicare quello che non riesce a dire, anche se per farlo deve usare le parole. È strano, quanto dire qualcosa risulti difficile farlo anche a uno scrittore, se queste parole è lui a doverle dire. 
Com'è nata la mia storia? Alla vecchia maniera o in modo nuovo, moderno, originale? Forse nel modo più antico proprio come la dea Atena dalla testa di Zeus. 
Un giorno d'autunno. Forse, o forse no. 
Quando parli con qualcuno che non conosci o che hai appena conosciuto, cerchi di fare progetti mascherati da promesse strappate perché quella persona non sa che tu non riesci a fare le cose, anche le cose più semplici che ti propongono. Così, cerchi di reagire e inizi a sperare di poter fare quelle cose che si aspettano da te, che tu stesso ti aspetti da te stesso, dalla tua vita, che sia reale, vuoi che sia reale. Allora ci provi, cerchi, irrimediabilmente speri. Vuoi maledettamente che sia vero. Talmente vero da figurarti un aspetto, dei lineamenti, una voce. Talmente vero da far sentire te un falso, talmente reale da essere irreale. Tu non ti senti reale, tu ti senti quel personaggio, tu sei quel personaggio, quell'anime senz'anima che è più vero di te, e di sicuro la sua vita è più vita della tua. Vuoi la sua vita, vuoi quella vita perché pensi sia fondamentale per te, perché ti dà speranza. Perché vuoi quella speranza, perché è l'ultima spiaggia che ti è rimasta e tu vorresti poter cambiare il tempo, il tuo tempo che senti scappare via dalla vita. Senti di non averne più e vorresti ricominciare, tornare indietro privandoti di tutte quelle restrizioni che la famiglia, i dogmi, la cultura e le persone ti hanno imposto e tu hai fatto tue perché dovevi e non volevi, soprattutto sapevi bene che sarebbero diventati quella caratteristica che ti rende differente, particolare, speciale ma non sempre nell'accezione positiva del termine. Quella diversità che nella tua vita è diventata morbo dell'anima e ha lastricato il viale del tuo tramonto. Allora è quella vita che vuole nascere dalla tua testa, come Atena da quella di Zeus. 
Un giorno d'autunno, forse cercando fonti d'ispirazione per una vecchia storia che necessitava qualcosa di nuovo, ci s'imbatte in una pagina Facebook, nasce una pagina Facebook. All'inizio è confusa, non si capisce il perché di quella pagina, né chi ne sia l'amministratore. Da Facebook arriva Instagram e ad un certo punto ci si guarda attorno e ci si rende conto che non si è quella persona. Arrivi a vergognarti di pubblicare quelle immagini dal tuo profilo, dal tuo nome. Pensi di non averne l'età, la cultura o la voglia. O magari ti vergogni per una paura che ti porti dietro da brutte esperienze passate, hashtag o allevatrici d'animali non troppo in bolla ti bloccano l'inventiva e ti chiedi allora, perché proprio tu devi metterci la faccia? Così crei anche un nickname, lo prendi proprio dal manga cui è dedicata la pagina. Allora diventi Phoenix no Ikki. 
Da solo ho cominciato a scrivere su quella pagina, ho aperto un profilo con lo stesso nome, perché volevo essere solo quel nome e quel personaggio. Poi è arrivata anche lei, Esmeralda, la mia ragazza, che fino a quel momento era stata solo una firma in fondo alle mail e, in un paio di occasioni, una voce al telefono. Esmeralda e Ikki sono fidanzati nella finzione e anche nella nostra realtà. Per un po' quella pagina è stata amministrata da tre persone, ma la terza andava e veniva, perché aveva paura, timore, vergogna. Poi è arrivato un quarto che si è voluto chiamare Hyoga, forse solo in virtù dell'essere nato sotto il segno dell'Aquario. Il mio vero nome? Sebastian. Ma tutti mi conoscono come Phoenix no Ikki. 
La storia ha preso poi, un'altra piega. La mia storia è diventata parte della vita della pagina. Il mio aspetto è cambiato, così come quello degli altri amministratori, è diventato quello di chi i personaggi li vive dal di dentro. Perché quando un personaggio nasce dalla tua testa, come Atena da quella di Zeus, esce anche nel mondo e diventa parte del mondo. Di un mondo più reale di quanto sia la tua stessa vita e il personaggio, come Atena dalla testa di Zeus, diventa vivo, vero, diventa talmente forte in te, tanto che faresti qualunque cosa pur di legittimare, concretizzare quella sua identità. Senti le sue emozioni, dolori, gioie, amore. Quasi non dormi la notte se tu sai che il tuo personaggio sta soffrendo perché l'hai lasciato con la storia a metà. Insonne pensi alla sua storia e la vivi dal di dentro. Come gli attori, come gli autori, come fossi tu. Così scopri trepidante che, nella tua altrimenti inutile vita, quel personaggio è reale, è vero, autentico e aiuta pure gli altri. È affascinante perché è perfetto nelle sue imperfezioni, tu non sai più dove finisca la realtà e inizi la finzione. 
Così questa storia inizia dalla fine, dalla fine dell'esperienza in quella pagina e l'inizio del libro. Inizia con delle scuse e finisce con delle scuse. Chiedo perdono. Perché sono in torto. So benissimo di essere in torto con molte persone che, leggendo questo libro, scopriranno la verità. Si sappia però che questa può essere la verità o una verità. La linea di separazione tra realtà e finzione, in un libro, peggio, in un social network è labile, e spesso questo tipo di finzione, in letteratura si chiama: biografia. 
Laura LC Allori, Il sorriso del Greco ed. Il Nido del Gheppio 2017





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